domenica 24 luglio 2016



Subliminal Fear - "Escape From Leviathan" 

Etichetta: Inverse Records  -  Genere: Cyber Death Metal


Con "Escape From Leviathan" i Subliminal Fear arrivano alla loro terza fatica discografica, dopo aver pubblicato "Uncoloured World Dying" nel 2007 e "One More Breath" nel 2013. Di solito si dice che il terzo album sia quello della svolta e devo dire che questa maturità i Subliminal Fear l'hanno raggiunta. Le dieci tracce del disco sono infatti curate nei minimi dettagli e sono il risultato di una perfetta fusione tra la pesantezza del Death e la freddezza degli effetti elettronici, portandoci all'interno di un mondo cibernetico e apocalittico. 

La prima traccia è una delle più notevoli, "Phantoms or Drones", con una prima parte fatta di ritmiche massicce e un ottimo chorus, mentre la seconda parte esplode grazie alla prova di Guillaume Bideau (Mnemic). "All Meanings They've Torn" (in cui troviamo Laurence Mackroy dei Darkane) è la canzone più particolare del disco, basata su una strofa veloce e un chorus capace di dare alla canzone un'atmosfera "sospesa" e straniante. "Nexus" si basa invece su un mid-tempo groove e un chorus che esplode in un tripudio di effetti elettronici. La title-track recupera nuovamente l'atmosfera straniante, che stavolta è resa grazie all'alternanza tra riff in otto e dieci ottavi. Il chorus è malinconico, mentre il finale si gioca tutto su orchestrazioni (davvero ben fatte) che danno alla canzone un tocco assolutamente "hollywoodiano". 
"Evilution" è il pezzo più aggressivo di tutto l'album, giocato su un'alternanza tra strofe pesanti e bridge veloci, anche se il chorus (in cui troviamo Jon Howard dei Threat Signal) pare a mio avviso un pò scontato. La sesta traccia è una cover di "Living in Another World" dei Talk Talk, rivisitata attraverso un riffing pesante e ritmato. "Dark Star Renaissance" e "Self Proclaimed Gods" sono forse le canzoni più valide del lotto, con chorus basati su melodie vocali varie ed accattivanti. "Limitless" si apre, come già successo altre volte, con un'ampia sessione ritmica, stavolta condita con inserti elettronici decisamente ben fatti. Spicca il chorus, anche qui piuttosto variegato. Il disco si chiude con "The Disease is Human Emotion", un brano fatto di cori e orchestrazioni e la cui atmosfera ricorda molto il finale epico di Blade Runner. 

Insomma, con "Escape From Leviathan" abbiamo un album di ottima fattura, che non si esaurisce dopo il primo ascolto ma che di volta in volta rivela la sua ricchezza. Nei prossimi dischi sarebbe bello vedere una maggior varietà nelle linee di canto (sia clean che growl), anche se qui stiamo parlando di aggiungere perfezione alla perfezione. Veramente complimenti, per un disco che si candida ad essere tra i più belli dell'anno. 


Voto 9 / 10 

-M 








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